VACCINAZIONE
PAZIENTE ONCOLOGICO

Tumore della vescica

Che cos’è

E’ l’organo che ha il compito di raccogliere l’urina che viene filtrata dai reni, prima di essere eliminata dal corpo. Il tumore consiste nella trasformazione in senso maligno delle cellule che ne rivestono la superficie interna. Il tipo più frequente è il carcinoma a cellule di transizione che costituisce circa il 95% dei casi. Altri tipi sono rappresentati dall’adenocarcinoma e dal carcinoma squamoso primitivo, ma sono decisamente meno frequenti.

La malattia compare più frequentemente sulle pareti laterali dell’organo e ha un aspetto papillare (cioè come piccole escrescenza) nel 75% dei casi, oppure una forma piatta o nodulare. La distinzione tra il tumore maligno e il papilloma (che è invece scarsamente aggressivo), si basa sul numero di strati cellulari di cui è composta la formazione. Un’importante caratteristica di queste ultime forme, sia maligne sia benigne, è la tendenza a recidivare, cioè a riformarsi.

Fattori di rischio e Prevenzione

I principali sono il fumo di sigaretta e l’esposizione prolungata a particolari composti chimici: coloranti derivati dall’anilina, amine aromatiche (circa il 25% di questi tumori è attualmente attribuibile ad esposizioni lavorative) e composti arsenicali (inquinanti l’acqua potabile), classificati tra i cancerogeni di gruppo 1 dallo IARC (Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro) nel 2004. Al tabacco sono attribuiti i 2/3 del rischio complessivo nei maschi e 1/3 nelle femmine. I tabagisti hanno dalle 4 a 5 volte più probabilità di ammalarsi rispetto ai non fumatori.

Per evitare il cancro occorre mettere in atto misure di prevenzione legate alle abitudini di vita che consistono nell’abolizione del fumo, una dieta sana ed equilibrata e la prevenzione per i lavoratori a rischio. Molto importante praticare regolarmente attività fisica.

Prevenzione secondaria: lo screening

Non esistono segni o sintomi specifici delle neoplasie alla vescica che ne consentano una diagnosi precoce. Quello maggiormente riscontrato, l’ematuria (presenza di sangue nelle urine), è spesso comune anche alle più frequenti infezioni urinarie e ne presenta per la gran parte sintomi uguali. Il persistere o ripetersi di questo sintomo, in particolare se in persone a rischio (fumatori, esposizioni professionali) o con storia familiare positiva per tumori alla vescica, deve indurre il medico alla richiesta di esami come cistoscopia di controllo associata a citologia urinaria. In caso di negatività va considerata l’effettuazione di una ecografia o uro-TC delle alte vie urinarie. Nel caso di malattia avanzata possono ovviamente associarsi disturbi specifici delle aree interessate dalla malattia e/o dolore.

Sintomi e diagnosi

Non esistono segni o sintomi specifici per i tumori vescicali che permettano una diagnosi precoce.  Il principale segnale del tumore è la presenza di sangue nelle urine, sia visibile a occhio nudo sia solo al microscopio (microematuria), senza dolore. Altri sintomi iniziali possono essere la necessità di urinare più frequentemente, l’urgenza, il dolore o la difficoltà all’atto di urinare (minzione).

Il persistere o ripetersi di ematuria (sangue nelle urine), soprattutto in soggetti a rischio (fumatori, esposizioni professionali) costituisce in genere un vero e proprio campanello di allarme. Per formulare la diagnosi completa sono però necessarie l’anamnesi (un’indagine sull’ambiente di lavoro e sulle abitudini del paziente), l’esame clinico, l’esame citologico (ricerca di cellule tumorali) nelle urine e altri esami più sofisticati per rilevare marcatori tumorali (come la gonadotropina corionica umana o hCG).

Numeri

Ogni anno si registrano circa 26.000 casi (circa il 7% di tutte le nuove diagnosi), 21.000 tra gli uomini (occupa il quarto posto tra i tumori incidenti oltre i 50 anni) e 5.000 tra le donne.L’80% dei pazienti che ha contratto un tumore della vescica nella seconda metà degli anni 2000 risultano ancora in vita a 5 anni dalla diagnosi.

Come si affronta

Chirurgia

Il trattamento può essere di diversi tipi:

  • deviazione urinaria: operazione che consiste nella creazione di un canale alternativo per l’espulsione dell’urina
  • resezione transuretrale: introducendo un tubicino sottile dotato anche di apparato illuminante nella vescica attraverso l’uretra, si asporta il tumore oppure lo si brucia tramite una tecnica definita folgorazione con elettricità ad alta energia;
  • cistectomia segmentale: consiste nell’asportazione della parte dell’organo interessato dal cancro. Si esegue su pazienti con neoplasia tumore a basso grado di malignità, circoscritto ad un’area della vescica;
  • cistectomia radicale: è l’intervento che prevede la rimozione della vescica, dei tessuti e linfonodi adiacenti. Si esegue quando il tumore è esteso alla parete muscolare o interessa gran parte dell’organo. Nell’uomo saranno asportati gli organi adiacenti, cioè la prostata e le vescicole seminali. Nella donna utero, ovaie e una parte di vagina. Nei casi in cui il cancro si estende al di fuori della vescica e non è possibile asportarlo completamente, verrà creato un percorso alternativo per espellere l’urina.

Se ritenuto necessario, per eliminare eventuali cellule tumorali ancora presenti, all’intervento chirurgico potranno seguire chemioterapia o radioterapia adiuvanti.

Chemioterapia

Prevede la somministrazione di farmaci per via endovenosa al fine di distruggere le cellule tumorali che si sono sviluppate nella vescica e negli eventuali altri organi colpiti. La chemioterapia può avere effetti collaterali, a volte anche importanti, tra questi nausea e vomito, perdita di appetito, perdita dei capelli, piaghe alla mucosa della bocca, suscettibilità alle infezioni (per mancanza di globuli bianchi), emorragie o ematomi frequenti (da mancanza di piastrine) e stanchezza o fiato corto (per riduzione dei globuli rossi). La maggior parte degli effetti collaterali scompaiono quando viene interrotto il trattamento.

Radioterapia

Questa tecnica utilizza radiazioni ad alta frequenza per demolire le cellule tumorali e ridurre le dimensioni del cancro. Questa strategia terapeutica può causare, a volte, effetti collaterali, quali:

  • arrossamento della pelle
  • nausea
  • fatigue