Chi colpisce
Ogni anno in Italia sono colpiti dall’influenza stagionale fino a 6 milioni di persone. La percentuale dei cittadini protetta dal virus a seguito della vaccinazione è compresa tra il 55% e il 75%, con i valori più bassi proprio nei pazienti sottoposti a cure oncologiche. Per questo è fondamentale che si immunizzi il numero maggiore di persone, ottenendo così una diminuzione della circolazione del virus.
Tra le persone colpite dal cancro, troppo poche si vaccinano contro l’influenza, e con loro anche i familiari, i caregivers (coloro che si prendono cura dei pazienti) e le persone che sono in diretto contatto con i pazienti oncologici. Negli ultimi dieci anni infatti i numeri sono costantemente in calo.
Che cos’è
L’influenza stagionale è una malattia respiratoria virale, i sintomi possono manifestarsi in varie forme di gravità e includono febbre e brividi, tosse, dolori articolari ma anche mal di testa, affaticamento, mal di gola e perdita dell’appetito.
E’ principalmente causata da due virus influenzali: di tipo A e di tipo B (a volte anche dal meno patogeno tipo C), di cui esistono diversi ceppi. Il vaccino stagionale viene sviluppato in base alla previsione di quali di questi ceppi circoleranno in una data stagione influenzale. Il virus si contrae per via aerea, attraverso il contatto con la saliva o le secrezioni respiratorie, o tramite la vicinanza con superfici o oggetti contaminati dal virus, portando poi le mani alla bocca, al naso o agli occhi.
Il vaccino
Il vaccino antinfluenzale che non contiene virus viventi ma solo gli antigeni di superficie del virus (parti del virus capaci di generare una riposta immunitaria che allena il sistema immunitario a riconoscere successivamente il virus influenzale quando questo viene a contatto con la persona vaccinata), può essere somministrato con iniezione intramuscolare.
È anche disponibile un vaccino sotto forma di spray nasale, che contiene il virus indebolito.
L’importanza del vaccino
L’immunizzazione va inoltre proposta, come al resto della popolazione non oncologica, ai pazienti liberi da patologia dopo 5 anni dal completamento del trattamento oncologico attivo, e a chi è stato sottoposto a chirurgia curativa che non richieda un successivo trattamento farmacologico.
Per i pazienti fragili ed immunodepressi, come quelli oncologici, l’andamento clinico della malattia può essere difficile ed avere gravissime complicanze. Nelle persone affette da tumore il rischio più elevato è di polmonite, spesso aggravata da infezioni batteriche delle vie respiratorie.
Il vaccino raccomandato in questi casi è il “quadrivalente inattivato” che contiene 2 virus di tipo A (H1N1 e H3N2) e 2 virus di tipo B. Se non disponibile, è consigliabile vaccinarsi con il trivalente piuttosto che ritardare l’immunizzazione.
La vaccinazione dovrebbe essere preferibilmente programmata 2 settimane prima dell’inizio delle cure anticancro, evitando se possibile i giorni immediatamente successivi al ciclo di terapia. Inoltre, la vaccinazione antinfluenzale può offrire una maggior protezione per chi dovesse contrarre il Covid-19.